lunedì 6 ottobre 2008

I 'peggiori' infortuni della storia del calcio


Il curioso infortunio occorso a Liam Lawrence dello Stoke City, che si è rotto una gamba inciampando sul suo cane, ha spinto il Daily Mirror a stilare una top ten degli incidenti più goffi, singolari e sfortunati occorsi a dei giocatori di calcio.

1. RONALDO
Il 31 luglio 2007, in occasione della presentazione della nuova maglia da gioco, il Milan si raduna davanti ai propri tifosi a San Siro. Ronaldo ride e scherza coi compagni. Poi calcia un pallone verso il pubblico. Immediatamente sente dolore alla coscia e si accascia al suolo. E' l'inizio di un 'calvario muscolare' che porterà il Fenomeno all'addio al club rossonero (Foto AP/LaPresse).

2. DIDA
Il 16 febbraio 2008 il Milan pareggia 0-0 a Parma. Tra i rossoneri gioca Kalac. Dida, che non attraversa un buon momento di forma, è in panchina. Poco prima dell'intervallo, però, lo staff medico del Milan è messo in allarme dai forti dolori alla schiena avvertiti dal brasiliano. Nonostante il pronto intervento dei dottori che massaggiano la schiena del portiere, Dida è costretto a lasciare il Tardini in barella.

3. SEBASTIEN FREY
Due settimane dopo il terribile derby perso 0-6, un'altra tegola si abbatte sull'Inter di Tardelli: il giovane portiere francese -già nell'occhio del ciclone per la prestazione offerta contro il Milan- è nella sua villa di Nizza con degli amici. Suo padre sta svuotando la piscina per delle operazioni di manutenzione, quando Sebastian, mettendo un piede in fallo, ci cade dentro, sbattendo violentemente spalla sinistra e testa. Gli esami danno tutti esiti negativi, ma nei giorni seguenti il francese avverte contnui malori: Ballotta diviene titolare.

4. GENNARO GATTUSO
Il mediano del Milan è in ritiro con la Nazionale, in vista della gara di qualificazione mondiale contro la Georgia. Gli Azzurri giocano un amichevole contro l'Italia San Marco. Nella foga della gara, Gattuso cade nella fossa posta davanti alla panchina dello stadio, travolgendo l'inviperito Lippi e rompendosi -in modo dolorosissimo- il polso.

5. EMERSON
Alla vigilia del mondiale 2002, in allenamento, Emerson si schiera un porta, un pò per scherzo, un pò per provare una soluzione in caso di emergenze. Il centrocampista, però, non si trova molto a suo agio visto che, dopo pochi interventi, si lussa una spalla. L'infortunio lo costringerà a saltare l'intero mondiale.

6. SALVATORE SCHILLACI
Totò è stato un attaccante di razza, l'eroe di Italia '90. Ma si sa: non era un vero e proprio gigante. All'epoca della sua militanza nell'Inter, dallo staff medico nerazzurro filrò la voce che i frequenti problemi muscolari del giocatore furono causati dal suo reiterato utilizzo di stivaletti rialzati.

7. KAKHABER KALADZE
Nell'ottobre del 2006, alla viglila di Georgia-Italia, valida per le qualificazioni ad Euro 2008, la stampa di Tblisi fece filtrare una curiosa notizia: l'infortunio che aveva tenuto Kakha Kaladze lontano dai campi da gioco per circa 2 mesi, sarebbe stato colpa del presidente della Repubblica ex sovietica Mikhail Saakashvili. Saakashvili, infatti, avendo sempre sognato di giocare a calcio con il più famoso calciatore del prorpio paese, aveva organizzato un match nella sua tenuta. Proprio il capo di Stato, però, era intervenuto molto duramente sul milanista, causandone l'infortunio.

8. PIETRO ANASTASI
Il bomber Pietro Anastasi saltò la spedizione azzurra di Messico '70 all'ultimo minuto, per un non meglio precisato infortunio alla zona lombo-sacrale. Voci insistenti, ma mai confermate, dissero che, all'orginine dell'incidente occorso all'attaccante ci fu un capitombolo, causato da un pesante scherzo dello spogliatoio bianconero, di cui Anastasi fu vittima.

9.ALDO SERENA
Il 5 febbraio del 1986 l'Italia affronta ad Avellino la Germania Ovest, perdendo 1-2. Aldo Serena firma il provvisorio vantaggio degli Azzurri ma è poi costretto ad abbandonare il campo, essendosi ustionato per uno scivolone sulle linee del campo, tracciate in calce viva.

10. ALESSANDRO NESTA
Nell'ottobre del 2005 il difensore fu operato ad una mano, a seguito della rottura di un tendine. Nestà saltò un mese di campionato. Nonostante le smentite dello staff medico, nell'ambiente rossonero l'infortunio venne definito un "Un incidente professionale" con malcelato riferimento all'abitudine di molti giocatori -tra cui lo stesso Nesta- di dedicarsi, durante i ritiri, a lunghissime sessioni di gioco con i videogames.

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