mercoledì 27 agosto 2008

Se gode più di prima non è detto che sia merito tuo...

Italiane a caccia di piacere, è boom di ritocchi al punto G
Non solo rughe spianate o qualche taglia in più di seno. Adesso le italiane ricorrono alla chirurgia estetica anche per avere più soddisfazioni sotto le lenzuola grazie a una tecnica che arriva da Oltreoceano.

Si tratta dello G-Spot Amplification, un intervento ideato da David Matlock del Laser Vaginal Rejuvenation Institute di Los Angeles e importato in Italia, per la prima volta, dall'andrologo e sessuologo Alessandro Littara e dallo specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica Gianfranco Bernabei.
A quanto pare, il nuovo ritocchino, che promette di accendere l'interruttore del piacere, ha suscitato un grande entusiasmo delle italiane, con una vera e propria impennata della domanda. "Da sette mesi a questa parte - spiega Littara, dell'Istituto italiano di laser-chirurgia sessuale per lui e per lei,- abbiamo eseguito circa 25 interventi di questo tipo. Ma il passa parola deve aver fatto il suo corso: negli ultimi tre mesi abbiamo ricevuto circa 200 mail di richiesta".
La tecnica, a dire il vero, non tiene ancora il passo dell'altro intervento 'intimo' più gettonato: la riduzione delle piccole labbra. "Ma ha registrato una crescita della domanda esponenziale - assicura l'esperto - e sembra davvero destinata a spopolare".

Ma come funziona il ritocco accendi-piacere? "L'intervento - ricorda Littara - consiste nell'iniezione di una sostanza anallergica e completamente riassorbibile appena sopra al punto G: una struttura ben individuabile almeno nell'80% delle donne, e situata nella mucosa della parte anteriore della vagina a circa tre centimetri dal suo ingresso".

In sintesi, si tratta di applicare un filler riempitivo "a base di acido ialuronico o collagene, che iniettato dal chirurgo grazie a uno speciale strumento messo a punto negli Stati Uniti promette di rendere il punto G più pronunciato e dunque individuabile". In poche parole lo 'gonfia', consentendo "una maggiore stimolazione durante il rapporto sessuale e quindi sensazioni più intense". Il 'viagra rosa', dunque, per lei non è in pasticca ma arriva in formato iniezione.

"L'intervento - spiega ancora Littara - dura circa un minuto, mentre la fase preparatoria non più di mezz'ora. Si utilizza un ago sottilissimo e il più delle volte si interviene senza anestesia". L'unico neo della 'plastica del piacere' è che "il filler riassorbibile scompare in circa sei mesi", conferma Littara. In meno di un anno, dunque, l'effetto svanisce e l'operazione va ripetuta.

La G-Spot Amplification attrae soprattutto le donne che raggiungono l'acme del piacere solo attraverso la stimolazione 'esterna', ovvero per via clitoridea. "Ben l'80% dell'universo femminile, secondo le stime", afferma l'esperto. "Ma non è detto - puntualizza - che il 'fortunato' 30% che raggiunge l'orgasmo per via interna non possa far ricorso a questa tecnica accendi-piacere". Che sembra spopolare da un estremo all'altro dello Stivale. "Le mail arrivano da ogni angolo dell'Italia - conclude infatti Littara - senza alcuna distinzione di sorta".

Villa Maffei IL RITORNO

martedì 26 agosto 2008

Guantoni e fioretto atleta perfetto

Guantoni e fioretto, atleta perfetto

25 Agosto 2008

Olimpiadi

Le Olimpiadi sono finite.

Meno male, almeno la finiranno di rompere i coglioni con il Tibet, del quale non è mai fregato UN CAZZO NULLA a nessuno, così come degli altri contesti disastrati nel pianeta. Vogliamo proprio vedere chi se li incula i Guaranì, almeno finché non faranno le Olimpiadi a Rio de Janeiro, o il Darfur a meno che non si facciano i mondiali di calcio a Khartoum, e via dicendo.

Sebbene l’Italia si sia qualificata al nono posto fra le potenze sportive mondiali (sic, come da Tg1), questa notizia ha fatto calare un velo di tristezza sui volti dei vari commentatori Rai, che per 16 giorni hanno dipinto i nostri atleti come eroi esaltaltandone ogni medaglia - anche di stagnola - con un tale entusiasmo e spreco di aggettivi che avrebbero fatto impallidire anche un cretino come Achille Starace; è sembrato davvero di respirare lo stesso clima di propaganda del Ventennio.

Ma sembrava soltanto, eh?

Ecco, ora noi non vorremmo fare la parte dei soliti snob di sinistra alla Michele Serra o alla Nanni Moretti, per fare del sarcasmo su qualsiasi manifestazione nazional popolare, come le Olimpiadi, il Festival di Sanremo, Miss Italia o i funerali di Papa Wojtyla, no. Noi le Olimpiadi le abbiamo seguite davvero con grandissimo interesse e, sicuri di offrirvi un servizio gradito, vi facciamo un riassunto dei principali eventi, sportivi e non, che hanno caratterizzato questa Olimpiade di Beijing.

  1. La nazionale di calcio è stata eliminata con infamia, come sempre.
  2. Le volte che i nostri atleti non hanno vinto l’oro è stato per colpa degli arbitri.
  3. Le medaglie in tutte le specialità di corsa le ha vinte qualche negro ma non siamo in grado di dirvi chi, in quanto i rappresentanti di quella razza hanno l’infausta caratteristica di essere tutti uguali.
  4. Le medaglie in tutte le specialità di atletica le ha vinte qualche cinese ma non siamo in grado di dirvi chi, in quanto i rappresentanti di quella razza hanno l’infausta caratteristica di essere tutti uguali.
  5. Le donne del nuoto avevano dei gropponi alla Primo Carnera.
  6. Al contrario quelle della ginnastica ritmica erano veramente aggraziate in quelle tutine brillanti, veramente belle che però, purtroppo, durante le varie spaccate e giravolte, non hanno mai lasciato intravedere un po’ di topa, privando così la competizione di qualsiasi motivo di interesse.
  7. Ispiegabilmente, nella disciplina dei tuffi, sono mancate le specialità: siuski, bomba militare, cammellone, sciagattata, ovo.

venerdì 22 agosto 2008

Scatta il 'cronometro' in autostrada

Su due tratti dell'A1 tra Modena sud e l'allacciamento con l'A14 in direzione sud e nel tratto tra Modena sud e Modena nord in direzione nord. Nei tratti dove sono già installati hanno permesso in un anno di dimezzare il tasso di mortalità


Bologna, 22 agosto 2008 - Nuovi tutor su due tratti dell'A1, Milano - Napoli tra Modena sud al km 169+050 e l'allacciamento con l'A14 al km 186+830 in direzione sud e nel tratto tra Modena sud al km 172+030 e Modena nord al km 158+530 in direzione nord. Il tutor - ovvero il sistema informativo per il controllo della velocità - è l'ormai noto sistema di rilevazione della velocità media, ideato, finanziato ed installato da Autostrade l'Italia e gestito dalla Polizia Stradale.

La presenza del sistema è segnalata con largo anticipo mediante cartelli segnaletici verticali a sfondo verde che indicano 'con tutor controllo velocità media', i pannelli a messaggio variabile dove possibile, ed attraverso le frequenze di Isoradio.

Il tutor copre circa 1.600 km di carreggiata del gruppo Autostrade per l'Italia. Nei tratti dove è stato installato ha permesso in un anno di dimezzare il tasso di mortalità, rivelandosi uno strumento efficace per la sicurezza stradale.

DIMENTICANO SOLO DI AGGIUNGERE CHE E' STATO ANCHE UNA ENORME FONTE DI INTROITI

ANDATE A FANCULO...NON SI GIRA PIU' PER STRADA!!!!

mercoledì 20 agosto 2008

L'estate di Al Cafone

L'estate di Al Cafone
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Vignetta di NatangeloIl guastafeste
da "A" in edicola

L’Italia in vacanza dice molto più di se stessa che nelle altre stagioni. Anche quest’anno sono in ferie in un villaggio turistico (motivi famigliari) e sulla spiaggia, quando non sono impegnato a respingere con cortesia e fermezza le proposte più bizzarre degli animatori che vorrebbero coinvolgermi in un girone infernale di tornei, passo il tempo a leggere e a sonnecchiare. Ma c’è un momento della giornata in cui, qualunque cosa stia facendo, mi blocco e rimango rapito ad ammirare lo spettacolo: l’ora dell’”acquagym”. Una mandria di bagnanti maschi e femmine, perlopiù flaccidi e inguardabili, dunque orgogliosissimi di farsi guardare, ballonzolano ritmicamente per una mezz’oretta buona con l’acqua alla cintola sulle note di vari motivetti della discodance anni 80 tentando invano di ripetere i movimenti che, dalla riva, suggerisce loro una graziosa animatrice.

Fissandoli negli occhi, inspiegabilmente raggianti, si ha la netta impressione che quello sia il loro momento, la loro mezz’oretta di celebrità, una specie di Isola dei Famosi proletaria e democratica, aperta a tutti, senza bisogno di selezioni o nomination. In quei corpi sudaticci e sgraziati, che tremolano come gelatine malferme, c’è tutta la volgarità, l’esibizionismo, la vuotaggine della società italiana degli ultimi anni. Fino a qualche tempo fa, osservando la gente sotto l’ombrellone, era rarissimo trovare qualcuno che non leggesse almeno un giornale, una rivista, un libro. Oggi la stragrande maggioranza non legge nulla. Mai. Per tutto il giorno. Per tutta la vacanza. Il tempo che una volta era dedicato alla lettura oggi è riservato ad armeggiare col cellulare (sempre con suonerie sgangherate e a diecimila decibel), a ripetere ad altissima voce i tormentoni ebeti sentiti alla televisione, a viziare bambini obesi e cafoneggianti ricoprendoli di gelati, ghiaccioli, cornetti, leccalecca, patatine, popcorn e porcherie varie (ultima trovata: il chupa-chupa con ventilatore incorporato, in grado di tranciare anche tre dita per bambino), a guardare nel vuoto per ore e ore sotto il sole, o, per i più impegnati, a grattarsi la pancia davanti a tutti.

Un gruppetto di tamarri sui cinquant’anni prelevano ogni giorno le sdraio dalla fila, le immergono nell’acqua, oltre il bagnascuga, restandovi stravaccati a mollo per tutto il giorno, e lì le lasciano la sera, finchè un’onda non se le porta via, tanto quella mica è roba loro. Devono essere gli stessi che scorrazzano nella stanza sopra la nostra con gli zoccoli ai piedi fino alle quattro del mattino. Di fronte a me, un nonno passa il tempo a farsi dare dello “stronzo-testadicazzo-figliodiputtana” dal nipotino di 6-7 anni. Al posto del moccioso, io da piccolo avrei perso i denti con mio padre e le gengive con mio nonno. Invece questo nonno moderno trova simpaticissimo il nipotino, e lo ricompensa con ogni sorta di regali per la squisita educazione. Tra qualche anno, se tutto va bene, il piccolo mostro diventerà ministro. Dichiarerà guerra ai fannulloni, manderà i soldati nelle strade, chiederà l’arresto dei mendicanti, bandirà Blob e Montalbano dalla televisione pubblica, metterà il grembiule alle scolaresche e il velo ai nudi del Tiepolo, perché è ora di finirla con tutto questo permissivismo e questa volgarità.

sabato 9 agosto 2008

ER MEJO DE ER PUPONE

**Nome?
TOTTI

Nato?
SI.....


** Dopo la sentenza della UEFA, Trapattoni si rivolge a Totti:
- Francesco, avevo detto `DISPUTARE LA PARTITA` non `DI SPUTA` ALLA PARTITA!!!`

** Ad un party esclusivo, pieno di VIP, Lapo Elkann avvicina Francesco Totti e gli chiede:
- Scusa, che c`hai la coca?
Francesco, sorpreso dalla domanda, risponde:
- No... a casa mia cucina mi` madre..

** Prima della partita milan-roma:un giornalista intervista Totti e gli chiede:
Francè, lo stadio è quello delle grandi occasioni, il Milan è una delle squadre più forti al mondo, hai paura di Kakà?
Totti: bè davanti a migliaia di persone un po di imbarazzo me pare pure comprensibile.

** Totti e De Rossi all`acquario:
Totti : "Che razza sono questi pesci?"
De Rossi: "Squali"
Totti: "Squelli"

** TOTTI CAMMINA CON DEL PIERO
DEL PIERO DICE "GUARDA UN UCCELLINO MORTO"
E TOTTI GUARDA IN CIELO: "DOVE"?

** Le traduzioni del dizionario romano-inglese, scritto su misura per le trasferte inglesi di totti:
BUT WHAT ARE YOU STAY TO MAKE? = ma che te stai a fa`?
BUT WHO MAKES ME MAKES IT ... = ma chi me lo fa fa`
BUT OF WHAT ... = ma de che ...
WHO HAS BEEN SEEN, HAS BEEN SEEN = chi s`è visto s`è visto
WHO DOESN`T DIE, IS RESEEN = chi nun mòre s`arivede
HE`S CALLED "JACK COMES BACK" = si chiama "Pietro torna `ndietro"
STAY BEEF! = stai manzo!
I DON`T CARE OF LESS = nun me ne pò fregà de meno
IF I CATCH YOU, I INFLATE YOU! = si te pijo te gonfio!
WE ARE AT HORSE = semo a cavallo
EVERYTHING MAKES SOUP = tutto fa brodo

** Totti sta facendo l`amore con la neo mogliettina Ilary durante la prima notte di nozze. Ad un certo punto lei, presa dalla foga dell`amplesso, gli sussurra nell`orecchio:
- Dimmi qualcosa di porco... dimmi qualcosa di porco...
Francesco tutto sudato si ferma, si passa l`avambraccio sulla fronte per schiarirsi le idee e poi timidamente le fa:
- Braciola...

**

giovedì 7 agosto 2008

L'amore è amore....

Amoreggiavano nudi in un prato del parco Amendola di Modena
Modena, 4 Agosto: Denunciati per atti osceni in luogo pubblico due minorenni di origine africana



Due minorenni, di origini africane, completamente nudi amoreggiavano sulla collina del parco Amendola a Modena. Sono stati denunciati per atti osceni in luogo pubblico. E' stata una mamma che passava con il proprio bambino a telefonare al comando della Polizia municipale. Sul posto sono arrivati in pochi minuti due motociclisti. Su un lenzuolo steso sul prato sotto il sole ferragostano i due giovani si scambiavano effusioni amorose. Gli agenti hanno intimato loro di rivestirsi.

mercoledì 6 agosto 2008

Per amor di cronaca

Il tecnico, alla vigilia del Trofeo Tim, riflette sulla rosa nerazzurra: "Abbiamo troppi attaccanti in organico e patisco i troppi difensori infortunati". E poi provoca i bianconeri: "Se dovessero perdere non sarebbe normale, noi lavoriamo da una settimana e loro da un mese"

VERSO LE JUVE - Domani la sua Inter incontrerà Milan e Juventus in partite di 45' che "non sono calcio" e Mourinho non teme figuracce contro una squadra più avanti nella preparazione come i bianconeri: "Sono loro che devono aver paura di perdere perché se vincono con l'Inter è normale in questo momento, ma se l'Inter batte la Juve(o come dice lui GIUVE) nessuno può accettarla come una cosa normale visto che noi stiamo lavorando da una settimana e loro da un mese. Loro hanno bisogno di fiducia per la Champions".

Fonte Gazzetta della sport 28 Luglio 2008


Note dell'autore : MOURINHO....ma và a cagher!!!!

L'autogol piu' bello della storia del calcio

martedì 5 agosto 2008

Ranieri: "Mourinho, che stile Ecco come tratta i colleghi"

Il tecnico della Juve da Londra risponde al portoghese: "Ha fatto vedere subito di che pasta è fatto. Parole da prendere per quello che sono. Dall'alto dei miei 70 anni ho una certa saggezza. Sarò il primo a complimentarmi con lui quando vincerà"

LONDRA (Gb), 5 agosto 2008 - Claudio Ranieri risponde a José Mourinho dopo le dichiarazioni di ieri del tecnico portoghese: "E 'una baruffa estiva, le sue parole vanno prese per quelle che sono. Ha fatto vedere subito personalità, chiarezza e il suo stile. Ecco cosa pensa dei suoi colleghi. Lo posso capire, dopotutto è venuto in Italia al posto di Mancini, nella squadra che ha vinto gli ultimi 2 scudetti. A lui hanno chiesto di vincere tutto e subito, con il bel gioco. Io dall'alto dei miei 70 anni (in realtà il tecnico della Juve ha 56 anni, ndr) ho una certa saggezza e sarò il primo a complimentarmi con lui". Così il tecnico della Juve da Londra, dove la Juve si trova in attesa di giocare domani in amichevole contro il Manchester United.

E ti rendi conto di quanto le maledirai....

Squalo volante

lunedì 4 agosto 2008

Noi siam da secoli calpesti e derisi

Sacchetti

Ieri Olmert (leggi bene: Olmert. Stiamo parlando del reazionario che ha scatenato una guerra, bombardando il Libano per propaganda) ha deciso di non ricandidarsi alle primarie del suo partito e ha annunciato che si dimetterà dall’incarico di premier per poter dimostrare la propria innocenza in merito alle accuse di corruzione che lo circondano.

Si dimetterà qualora venisse indagato ufficialmente.

In seguito a questo, ha dichiarato: “Sono pronto a dimettermi ma sono orgoglioso di vivere in un paese dove anche il capo del Governo può essere processato”.

Ecco, noi ci vergognamo di vivere in un paese come il nostro.

Il lodo dei Carpazi

Il Lodo dei Carpazi con delitto





Il delitto perfetto, quello che non ha colpevoli, non esisteva nel Paese dei Carpazi prima di quel lampeggiante lunedì 29 febbraio, anno ****, nottata di pioggia e fulmini sulla Capitale, quando un colpo di pistola risuonò nella Sala dei Pavoni. E un urlo si spense, scivolando via insieme col cadavere eccellente.

E’ morto il Presidente della Repubblica. Lo ha ucciso il presidente del Senato. Suonano allarmi e trombe. Accorrono i Corazzieri a cavallo, gli uomini della Scientifica, quelli dei Servizi segreti, un manipolo di magistrati. Arriva il Presidente della Camera. Arriva il Presidente del Consiglio. Infine (e in esclusiva) la Cnn dei Carpazi.

L’assassino è scosso. Siede, con una certa eleganza, sul sofà. Conversa. Ammette: “Non so cosa mi capitò. Giocavamo a zecchinetta. L’ira di un attimo, presumo. Son sconcertato”. Sorseggia Malvasia. Gli inquirenti lo guardano a distanza. Non può essere ammanettato: secondo il nuovissimo Lodo *** votato dalla Camera Federale per le quattro più alte cariche dello Stato, è immune da qualunque arresto. Ma a onor del vero la legge, che pure lo tutela, non basta a renderlo insensibile a quel sangue sui tappeti. Lo tormenta un capogiro. Lo infiacchisce il rimorso.

Siamo nel cuore del giallo senza giallo. Siamo nella bella città d’antica storia. Democrazia d’Occidente, perla d’Europa, distesa tra mutevoli alture dei Cinque Colli, bagnata dal Fiume, ingentilita dai gerani, carica di sogni telefonici che si dispiegano dentro conversazioni oniriche, dove passeggiano femmine con piccoli guinzagli e perizoma e strass. Celebri al pubblico come: “Le Mie Fanciulle”.

Il Presidente è morto. Era il piu’ alto delle alte cariche. Era il più tranquillo. Era il più elegante. Che si fa ora?

Nel Paese serpeggia scalpore. Bandiere scendono a mezz’asta. Il Presidente del Consiglio, che era il quarto alto delle quattro alte cariche e che adesso è il terzo alto delle tre alte cariche, si incarica del Messaggio alla Nazione. Un video con la calza dalla Villa. Un testo asciutto. Con la foto della salma in primo piano e un incipit del tipo: “Questo è il Presidente che amo”. All’indicativo presente. Che rende esplicito il legame. Commovente il dolore. Inevitabile l’eredità.

Giuristi studiano (intanto) le carte. La vittima è certa, non lo è il carnefice. Il fatto è accaduto, ma in una sua metà si è dissolto. Fumus aleggia. Il colpevole esiste, ma non è giudicabile. Tutti i reati provvede a cancellarglieli la legge. Per restituirglieli occorreranno dimissioni in grado di smontargli lo scudo di seconda alta carica. Perché finchè resta in carica, l’alta carica lo rende immune. Ha agito da solo. Senza disegni, senza movente. A guardar bene senza neppure cattiveria. Anzi si è già pentito. E pentendosi piange. E piangendo si libera. E liberandosi si apre a un cauto conversare: “D’ora in avanti vivrò nell’amarezza”.

Giustizialisti sospettano. Toghe avvelenano. Giovani girotondi fomentano. Li zittisce per tempo il Presidente del Consiglio che afferma che la legge è legge, va rispettata. Il Presidente del Senato è immune. Farlo dimettere non sarebbe garantista. E quindi resta innocente fino al terzo grado di giudizio al quale si arriverà dopo il giusto processo, la ricusazione dei giudici, il riesame della Consulta, il parere della Corte dell’Aia, il Patteggiamento allargato e l’ultimo appello al Tar dei Carpazi. Per il momento il processo non si fa, ci mancherebbe. Fino a quando? Lo decideranno le alte cariche e i loro pari, eletti dal popolo, non qualche impiegato statale che indossa una toga grazie a un discutibile concorso. Sarà un processo a porte chiuse contro ogni spettacolarizzazione. E sarà un processo giusto. Il Presidente del Consiglio lo giura sul suo onore (immune) e sulla testa dei suoi nove figli. Questione chiusa.

Di aperto resta il vuoto politico. Che in politica non esiste. Va riempito. Perché senza Presidente non si può stare. Il Lodo *** lo consente. La Nazione lo chiede. Le Camere Federali lo pretendono. Addirittura inneggiano all’ora finalmente giunta. S’apre per la quarta alta carica la via che conduce in vetta al vento della prima. Il Presidente del Consiglio diventa il Presidente della Repubblica. L’apoteosi di una vita, cominciata vendendo temi in classe e torri nella nebbia e notti da un drive-in elettronico.

Il resto segue come un Domino di 1816 tessere. Il delitto perfetto, almeno nei Carpazi, adesso esiste.

L'editoriale preventivo

L'editoriale preventivo



Foto di .:artemisia:. da flickr.coml'Unità, 2 agosto 2008

“Una minoranza prepotente e chiassosa decide per tutti chi debba essere abilitato o meno alla commemorazione delle vittime della strage di Bologna… Esplode il coro minaccioso… Hanno vinto i professionisti della minaccia, le minoranze guastatrici incapaci di rinunciare a un rito violento… lo scatenamento della piazza… chi del fischio in piazza ha fatto un mestiere mediaticamente remunerativo… il pregiudizio e l’odio politico”. Insomma, “il 2 agosto è stato macchiato ancora una volta da una minoranza prepotente. Le vittime della strage non meritavano di essere trattate così nella memoria collettiva”.

Uno, magari di prima mattina, magari spaparanzato sulla spiaggia, legge queste allarmanti parole sulla prima pagina del Corriere della sera di ieri, sotto il titolo “L’arma della minaccia” e a firma nientemenochè del vicedirettore Pierluigi Battista, e si inquieta, si angoscia, si rovina la giornata. Oddìo, dov’è successo il fattaccio? E chi è stato? E ci saranno dei superstiti? E quante le vittime di cotanta, e ovviamente cieca, violenza? Ci saranno dei feriti, dei contusi? E i colpevoli sono già stati assicurati alla giustizia o magari ancora latitano, liberi di ridare sfogo allo scatenamento, alla minaccia, alla prepotenza, al pregiudizio, all’odio politico e - Dio non voglia - al fischio in piazza? Poi il lettore si inoltra nella lettura del giornale e scopre che non è successo niente di niente. La strage di Bologna non è ancora stata commemorata, Piazza Maggiore è ancora deserta, nessuno ha fischiato nessuno (a parte un paio di vigili urbani alle prese con qualche motociclista in senso vietato). Ma Pigi, sempre previdente, ha pensato bene di anticipare gli eventi con un editoriale preventivo. E’, costui, una sorta di estintore a mezzo stampa, sempre intento a spegnere fuochi prim’ancora che le fiamme divampino. Al primo fil di fumo, magari fuoriuscito dal sigaro di un turista tedesco, balza sul primo Canadair disponibile e scarica sul luogo del fattaccio tonnellate d’acqua. Ultimamente lo sgomentano molto i fischi, che nelle democrazie normali, ma anche nei loggioni dei teatri lirici, sono strumenti di ordinaria espressione del dissenso. Ma lui vi intravede “un rito violento” e li denuncia prima ancora che partano. Ricorda un po’ quei ciclisti che s’imbottiscono di Epo in estate, con largo anticipo sulla stagione agonistica, e poi son costretti a dare ogni tanto una pedalata, anche in ferie, per diluire il sangue ridotto a Nutella.

L’altro giorno, da uno delle migliaia di inutili lanci d’agenzia che si ammonticchiano nelle redazioni attanagliate dalla canicola, apprende che alcuni esponenti bolognesi di Rifondazione si appresterebbero a fischiare il ministro Alfano, nel caso in cui si presentasse a commemorare il 28° anniversario della strage di Bologna a nome del governo Berlusconi. E dove sarebbe la notizia? A parte il fatto che uno come Alfano va contestato ogni volta che apre bocca, viste le corbellerie che ne escono a getto continuo, ci sarebbe da meravigliarsi se la sinistra radicale annunciasse per lui applausi e festeggiamenti. Alfano è l’ex segretario di Berlusconi, ora suo ministro della Giustizia ad personam, che gli ha confezionato su misura la legge blocca-processi e poi il Lodo dell’impunità e ora, non contento, annuncia per settembre altre mirabolanti “riforme della giustizia”: dalla separazione della carriere alla fine dell’obbligatorietà dell’azione penale all’asservimento politico del Csm, tutta roba copiata di sana pianta dal Piano di rinascita democratica della loggia P2. Quella loggia che, col suo maestro venerabile Licio Gelli, depistò le indagini sulle stragi e alla quale erano affiliati il premier Silvio Berlusconi e il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto.

Ci sarebbe dunque qualcosa di strano se, dalla piazza, si levasse qualche fischio all’indirizzo del signorino? A ciò si aggiunga che uno stuolo di parlamentari di An avevano chiesto ad Alfano di cogliere l’occasione della ricorrenza per ribaltare, in piazza, la sentenza definitiva della Cassazione che ha condannato Giusva Fioravanti e Francesca Mambro come esecutori materiali della strage di Bologna, sposando bislacche “piste alternative” come quella palestinese. Che avrebbero dovuto fare, i bolognesi: annunciare applausi entusiasti, ricchi premi e cotillons? Di tutte queste provocazioni, però, Battista s’è dimenticato di scrivere. Anzi, forse non se n’è neppure accorto. La sua concezione pompieristica del giornalismo lo porta a tralasciare le travi governative per concentrarsi sulle pagliuzze dell’opposizione. Non vede nulla di quel che accade (Lodo, impunità, revisionismo, razzismo, piduismo di ritorno), ma in compenso vede benissimo quel che non accade (i fischi). Tant’è che sul Lodo, la bloccaprocessi, la legge bavaglio alla stampa, la schedatura dei bambini rom, le denunce dell’Europa contro l’Italia e le altre vergogne dei primi tre mesi di governo non ha ancora scritto una riga, mentre agli eventuali fischi non ancora accaduti ha già dedicato un vibrante editoriale.

Berlusconi chiama “eroe” Mangano e “metastasi” la magistratura, Gasparri dà della “cloaca” al Csm, Bossi infila il dito medio nell’Inno nazionale e annuncia 300 mila fucili pronti a sparare, ma Pigi si sveglia soltanto quando un anonimo rifondarolo bolognese annuncia qualche fischio al ministro Alfano: questa sì è “violenza”, questa sì è “minaccia”. Si ripete così, paro paro, la pantomima della presunta “cacciata del Papa dalla Sapienza”: un gruppo di studenti e insegnanti annunciò di voler contestare il Pontefice, il quale preferì rinunciare alla visita, e subito il coro dei tromboni cominciò a suonare la grancassa su una “censura” mai avvenuta. Ora Alfano, ben sapendo di essere quello del Lodo e della guerra alla Giustizia, annusa l’aria che tira a Bologna e, coraggiosamente, se la dà a gambe di fronte al rischio di quattro fischi in piazza. Il governo gli copre la ritirata con un tragicomico comunicato in cui gli chiede “il sacrificio di rinunciare”. E, al suo posto, manda l’incolpevole ministro Rotondi, nella speranza che non venga riconosciuto. Per chi non lo sapesse, è quello che l’altro giorno svelava a La Stampa il principio ispiratore della prossima riforma della magistratura: “Colpirne uno per educarne cento”. Un “uomo del dialogo”, direbbe Battista. Oggi si prega vivamente di applaudirlo. Anzi, possibilmente, di fargli la ola.

Giovedi' gnocca

Giovedì, gnocca



l'Unità, 3 agosto 2008

Questo è un elogio sperticato a Silvio Berlusconi. Una dichiarazione, se non d’amore, di ammirazione totale, sincera e incondizionata al politico più trasparente che l’Italia abbia mai avuto. Più trasparente e più frainteso. Lui fa di tutto per mostrarsi per quello che è. E quelli che gli stanno intorno fanno a gara a scambiarlo per un altro. Così l’altroieri, stufo dei continui equivoci che lo gabellano ora per uno statista, ora per un riformatore, ora per un cultore del dialogo sulla giustizia e sulla legge elettorale, ora per un marito modello e un padre esemplare, ha voluto smentirli tutti insieme mostrando ai fotografi l’agenda di una sua giornata-tipo a Palazzo Chigi (quella di mercoledì 30 luglio). Una sorta di auto-intercettazione in diretta: non potendo più esser processato grazie all’auto-immunità, ha pensato bene di auto-intercettarsi, divulgando il calendario della dura vita da premier (“Vedete come mi fanno lavorare!?”). “Berlusconi - diceva Montanelli - non delude mai: quanto ti aspetti che faccia una scempiaggine, la fa”. Ma sempre oltrepassando le peggiori aspettative. Non si riesce mai a pensarne abbastanza male: lui riesce sempre a trasformare il più accanito detrattore in un ingenuo minimalista.

L’Agenda del Presidente è doppia, nel solco della tradizione di Milano2, della P2, di Olbia2 e prossimamente di Arcore2. L’Agenda 1, curata dal suo staff, è riconoscibile da due caratteristiche: è scritta al computer e contiene appuntamenti con soggetti di esclusivo sesso maschile, in genere molto noiosi (Schifani, Letta, Fini, Scajola). Nell’Agenda 2 invece, annotata di Suo pugno, gran preponderanza del genere femminile. Pochissimi i maschi, perlopiù avvocati (Ghedini) o pregiudicati (Bossi e Previti). Col vecchio Cesarone, che si ripropone sempre come la peperonata, l’appuntamento è alle ore 16. Seguono un paio d’ore di assoluto relax con “Manna”, nel senso di Evelina, la grande attrice oggetto di frenetiche trattative con Saccà; e poi con “Troise”, nel senso di Antonella, la nota artista anch’essa raccomandata a Raifiction perché stava “diventando pericolosa” (s’era messa a parlare). Così ritemprato dal doppio incontro al vertice, il premier ha potuto affrontare alle 19 un altro summit: con Nunzia Di Girolamo, la procace neodeputata di 32 anni, già destinataria di pizzini amorosi in pieno emiciclo. Completa la giornata dell’insigne latrin lover, alle 20.30, una tipa dal nome più che promettente: Selvaggia. Manca la Carfagna, ma è anche vero che la settimana è fatta di sette giorni e questo è solo il programma del mercoledì. Segue il giovedì (gnocca).

Chi aveva pensato di agevolargli il Lodo Alfano perché “un primo ministro non ha tempo per governare e seguire i processi”, è servito: ora che è libero dai processi, egli si dedica come prima e più di prima al suo passatempo preferito. Che non è proprio quello di governare. Così la stampa della servitù, tipo “Chi” e “Il Giornale”, la pianterà finalmente di screditarlo con quelle umilianti foto della Sacra Famiglia piccolo-borghese, lui mano nella mano con Veronica e tutto il cucuzzaro riunito intorno al focolare. Marito esemplare un par di palle, lui riceve anche quattro ragazze al giorno, alla facciazza dei bacchettoni che gli ronzano intorno. Ce n’è anche per la cosiddetta opposizione che astutamente ha smesso da un pezzo di ricordargli il conflitto d’interessi perché pare brutto demonizzare. Ad essa è dedicato un paio di appuntamenti: quello col produttore di Endemol Marco Bassetti e quello con il consigliere Rai Marco Staderini (Udc), incerto fino all’altroieri sul caso Saccà. Come a dire: lo vedete o no che continuo a occuparmi delle mie tv, Mediaset e soprattutto Rai, coglioni che non siete altro? Devo proprio insegnarvelo io come si fa l’opposizione?

Completa il papello una noticina autografa a pie’ di pagina: “Il Presidente N°1. Al Presidente con più vittorie/più vittorioso nella storia del calcio. Milan A.C. Campione del Mondo. N°1 nella storia del calcio”. Se l’è scritto da solo: un caso di auto-training vagamente inquietante, almeno dal punto di vista psichiatrico. In compenso, nemmeno un cenno ai temi che tanto appassionano il resto, cioè la parte inutile, del mondo politico e della stampa al seguito: dialogo sulle riforme, modello alla tedesca corretto all’austro-ungarica, bicameralismo imperfetto, federalismo fiscale, simposii e seminari delle fondazioni, patti della spigola sulla “fase costituente”. Lui non ha tempo per simili menate. “Ore 16, Previti”. Poi “Manna-Troise”. La sua Bicamerale. La sua fase ricostituente.

Chi dice che l'inglese è facile... legga questo a voce alta....





Ci sono Tre Moduli :


1 - Modulo principianti:

Tre Streghe guardano tre
orologi Swatch. Quale strega guarda quale Orologio Swatch?

In inglese:

Three witches watch three Swatch watches. Which Witch watch which Swatch Watch?



2 - Modulo avanzato:

Tre streghe 'trans' guardano I
cinturini di tre orologi Swatch. Quale
strega trans guarda i cinturini
di quale orologio Swatch

In inglese:

Three switched Witches watch
three Swatch watch switches. Which
switched Witch watch Which Swatch
watch switch?



3 - Modulo per masters:

Tre Streghe svedesi
transessuali guardano I cinturini di tre orologi 'Swatch' svizzeri.
Quale strega svedese transessuale guarda quale Cinturino di quale orologio 'Swatch' svizzero?

In inglese:

Three Swedish switched
witches watch three Swiss Swatch watch
switches.
Which Swedish switched
witch watch which Swiss Swatch
watch switch?



..... fanculo, meglio l'emiliano!!!!!

venerdì 1 agosto 2008

ILLUSIONI

Il cerchio centrale nella figura a sinistra è più grande del cerchio centrale nella figura a destra?


No, sono uguali!
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Le linee orizzontali sono parallele?


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Fissa la figura per un po' di tempo e vedrai che comincerà a luccicare e a muoversi.
Segui la scanalatura esterna e guarda come essa cambia
da scanalatura a... protuberanza, via via che giri intorno alla ruota.

Si muove?
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Fissa il punto grigio al centro dell'immagine e
muovi la testa avanti e indietro avvicinandola ed allontanandola dal monitor.
Così facendo ti sembrerà che i cerchi ruotino...


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Ente porto Messina, un dipendente e 12 membri del cda


La festa è finita? Persino in Sicilia, l'isola felice degli sprechi eterni i fondi pubblici cominciano a scarseggiare. Così dopo le pressioni di Confindustria la Regione si prepara a sciogliere il consiglio d'amministrazione dell'Ente porto di Messina. Un cda da primato: 12 membri per un ente con un solo dipendente. Il consiglio tra gettoni di presenza e indennità intasca ogni anno 130 mila euro sui 225 mila stanziati dalla Regione mentre altri 45 mila finivano in studi e consulenze. Nonostante il nome, l'ente non si occupava del porto sullo Stretto ma di una zona franca istituita nel 1952 e mai realizzata: 56 anni di soldi buttati in pasto a Scilla e Cariddi.
Ma lo spreco in Sicilia spesso va a braccetto con il potere clientelare. A Palermo si combatte tra Pdl e Udc cuffariano per i premi della Gesap, una società partecipata dal Comune. La Gesap perde mezzo milione di euro al mese ma vuole assegnare aumenti di produzione a pioggia a 70 dipendenti. Il solo cda della Gesap, secondo una denuncia del Pd, costa 506 mila euro l'anno. E alcuni giardinieri assegnati agli spazi comunali sarebbero stati promossi: sono diventati autisti di dirigenti municipali palermitani. Dal verde pubblico all'auto blu.